Anche dopo l’estensione a tutto il territorio nazionale delle normative restrittive per arginare l’epidemia virale, Lombardia (49% dei casi alle ore 21 di ieri 9 marzo) e le 14 province individuate in precedenza restano le aree a maggior contagio. In questi territori , nel 2018, è stato prodotto un valore aggiunto di 546,4 miliardi di € pari al 34,7% del totale nazionale, grazie soprattutto al contributo della Lombardia (348 miliardi) seguita dalle tre province venete (81 miliardi) e da quelle emiliano-romagnole (75 miliardi). I territori “arancioni” hanno esportato (sempre nel’18) beni e servizi per 215,3 miliardi di € pari al 46,6% del totale nazionale Più bassa la quota dei consumi interni che si attesta sul 31,9% pari a 338 miliardi di €.
Come è noto la popolazione interessata con maggiore intensità dai fenomeni epidemici è pari a 16.748mila abitanti (27,6% dei residenti in Italia), con 7.335.000 occupati (31,6%) rispetto al totale Italia e 1.622.200 imprese (26,6%) registrate presso le Camere di Commercio .
In pratica a essere bloccato è il cuore produttivo dell’Italia formato dal triangolo lombardo/veneto/emiliano-romagnolo, che ha Milano come metropoli leader e la Lombardia come regione di maggior peso (da solla conta il 22,6% del valore aggiunto italiano). Da un punto di vista strettamente produttivo le tre province venete di Padova, Venezia e Treviso con 2,7 milioni di residenti, concentrati in un’area ristretta e integrata costituiscono il secondo agglomerato per valore aggiunto pari al 5,2% di quello italiano e il 5% dell’occupazione. Riguardo all’export la Lombardia con 127 miliardi di € rappresenta il 27,5% del volume complessivo seguita dalle 5 province emiliane romagnole (la direttrice della Via Emilia e Rimini) la cui incidenza sul totale nazionale è pari all’8,3%
E’ quanto emerge da un dossier della RUR (Istituto di ricerche Urbane cui sono associati fra gli altri CdP, Intesa SanPaolo, Tim, Sistemi Urbani-Fs, Federcasa ) che ha effettuato una prima stima del valore economico e occupazionale delle province che hanno risentito per prima dell’impatto dell’epidemia sul sistema d’imprese.
“Senza le persone l’economia non esiste” ha affermato il Presidente della RUR Giuseppe Roma “quindi la priorità assoluta è fermare l’epidemia. Tutti noi dobbiamo collaborare e assumere comportamenti responsabili”” “Comunque tecnici e professionisti non direttamente impegnati nell’emergenza “ha proseguito Roma “devono fin da ora impegnarsi nell’immaginare le iniziative più opportune per il dopo, scommettendo sul successo degli sforzi per fermare il virus. In particolare, per il turismo bisogna preparare fin da subito le contromisure orientando gli italiani a viaggiare di più in Italia e accompagnando con grandi eventi internazionali un’offerta di alto livello per gli stranieri”.
Roma 10 marzo 2020
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