Quasi tre mesi di forzato blocco delle relazioni sociali e di sospensione di una gran parte delle attività produttive, mettono a dura prova i più solidi sistemi di convivenza umana e a rischio anche le più resistenti economie nazionali. Quando, poi, il forzato coprifuoco globale è condiviso da miliardi di persone, le conseguenze nel breve e medio periodo sono difficilmente immaginabili tante sono le implicazioni sul piano della distribuzione della ricchezza, delle reazioni psicologiche e comportamentali, dei potenziali conflitti.
Nel primo trimestre del 2020 (che comprende poco più di 20 giorni di chiusura in marzo) il fatturato dei principali segmenti turistici è diminuito, rispetto al corrispondente periodo dell’anno precedente, da un quarto a un terzo. -23,8% per la ristorazione, -24,6% per il trasporto aereo, -24,7% per i servizi di alloggio, -32,3% per agenzie di viaggio e tour operator.
La stagione estiva si apre all’insegna dell’incertezza. Veniamo in Italia da un periodo di rilevante crescita dei flussi turistici soprattutto internazionali, le cui presenze, nel 2019, hanno superato, seppur di poco, quelle della domanda interna. Metà del mercato turistico italiano è costituito da viaggiatori stranieri, e pertanto per attutire l’impatto negativo sull’ annata 2020 bisogna cercare di coprire, il più possibile, la prevedibile riduzione di tale imponente domanda di servizi e di accoglienza. Come è noto, è cruciale l’arrivo dei flussi stranieri pari, nel 2019, a 65 milioni di arrivi e 220 milioni di pernottamenti (,6% del totale) ma numerose sono le incertezze soprattutto riguardo alle regole applicate ai viaggi internazionali e al distanziamento nelle nostre strutture turistiche.