Nella stagione estiva 2019 spesi in Italia 21 miliardi di € da viaggiatori stranieri. Nella ripartenza vincono mare, montagna, borghi. A rischio una quota consistente del Pil
Il periodo estivo, fra giugno e settembre, resta la stagione di punta per viaggi e vacanze nel nostro paese, specie per l’afflusso degli stranieri. Lo scorso anno, in questo periodo, si è concentrato il 48,4% della spesa complessiva dei viaggiatori dall’estero, pari a poco più di 21 miliardi di €. Nonostante la prevedibile drastica riduzione dei flussi, con il graduale sblocco dei confini europei si apre la “caccia” a questa importante componente della domanda turistica. E’ quanto emerge da un dossier della RUR ( Scarica il Dossier ).
I quasi tre mesi (marzo-maggio) di blocco della mobilità fra regioni e internazionale sono già costati all’industria del turismo italiano la perdita complessiva (fra italiani e stranieri) di 29,4 milioni di turisti pari al 23% del totale annuo; tradotto in presenze, si tratta di 81 milioni di pernottamenti (18,5% del totale).Seppur fra incertezze e preoccupazioni per il futuro, gli italiani trascorreranno dei periodi di vacanza prevalentemente nei confini nazionali, ma a condizionare maggiormente il bilancio dell’anno sarà la contrazione del turismo internazionale. In Italia gli stranieri rappresentano la metà della domanda turistica: nel 2019 sono stati 64,5 milioni gli arrivi, pari al 49,5% del totale e 220 milioni i pernottamenti, pari al 50,6% del totale. La prevedibile drastica riduzione del turismo proveniente all’estero intaccherà pesantemente l’ingente volume di spesa che i viaggiatori stranieri effettuano in Italia pari, nel 2019, a 44 miliardi di €. Considerando la situazione dei Paesi di origine, che tiene lontani i flussi intercontinentali (specie da Stati Uniti e Cina) e rende incerti quelli europei, a stagione ormai iniziata, si stima una caduta del 64% della spesa complessiva dei viaggiatori stranieri su base annua, pari a una prevedibile perdita di 28 miliardi di euro, di cui 10 già evaporati nel lockdown.
In primo luogo, sarebbe utile agire per recuperare almeno parte degli arrivi dai paesi europei più vicini tenuto conto che la sola Germania contribuisce al 27,1% delle presenze straniere, seguita da Francia (6,6%), Regno Unito (6,5%), Paesi Bassi (5,1%), Svizzera (4,9%) e Austria (4,4%). Questi sei paesi europei totalizzano il 54,5% delle presenze e sono a una ragionevole distanza da percorrere in treno o in auto. Segnali positivi, a questo proposito, vengono dalla conferma delle prenotazioni nelle località montane di confine prime fra tutte l’Alto Adige.
A controbilanciare l’andamento calante dei flussi stranieri, può venire anche in soccorso la domanda interna, recuperando una quota di viaggiatori che, in passato, trascorrevano le proprie vacanze all’estero spendendo, nel 2019, 27 miliardi di €. Anche in questo caso molto dipenderà dalle disponibilità economiche e dalle scelte delle famiglie tenendo conto che il 42,1% della spesa proviene da viaggiatori del Nord Ovest e in particolare dai residenti in Lombardia (30,3% della spesa totale all’estero del 2019), il 22,5% dal Nord Est, il 20,6% dall’Italia Centrale (in particolare Roma e Lazio 12,5%) e per il 14,8% dal Mezzogiorno. In complesso, il valore aggiunto diretto del turismo, pari al 6%, si potrebbe ridurre notevolmente nel 2020 con una perdita fra il 3,5 e 4% del Pil.
Il Decreto Legge “Rilancio” punta per il turismo sul sostegno alla domanda per le famiglie a reddito medio-basso, attraverso un “tax credit vacanze” il cui costo previsto di- 1,7 miliardi di € per il 2020 e rappresenta il 76% degli oneri per gli interventi di sostegno al settore per questa annualità.
“L’attuale critica situazione del turismo dovrebbe essere affrontata con maggiori fondi e strumenti di intervento più efficaci che combinino l’aiuto d’emergenza, a un più strutturale sostegno per rafforzare le imprese che ne costituiscono il tessuto operativo” ha commentato Giuseppe Roma, presidente di RUR. “Nell’immediato bisogna promuovere le aree dove è più facile la vacanza all’aria aperta, con basso affollamento e prevalente residenzialità diffusa come borghi e piccoli comuni, di collina e delle aree interne, di montagna o anche marinari” “E’ poi utile puntare sulla riqualificazione dell’offerta ricettiva, con un eco bonus del 100% per la ristrutturazione sostenibile di alberghi e villaggi turistici nel senso del risparmio energetico, della qualità edilizia e tecnologica, degli arredi e della dotazione di servizi” ”Infine, – ha concluso Roma- è importante poter governare la dimensione digitale oggi decisiva per il turismo, con una piattaforma che raccordi i molteplici portali territoriali o settoriali ora frammentati e dispersi nella grande nuvola di internet.”