La contrattazione di secondo livello nel Lazio

Le relazioni industriali hanno svolto, con alterne fortune, un ruolo fondamentale nella storia economica del nostro paese. La frammentazione dei processi produttivi, la rivoluzione tecnologica, e anche le trasformazioni nei comportamenti politicoistituzionali, hanno posto in un cono d’ombra il fondamentale ruolo della contrattazione. Al contrario, i rapporti fra impresa e lavoratore, mediati attraverso le relazioni sindacali, nelle economie più avanzate assumono un ruolo cruciale, non solo per garantire diritti e condizioni reddituali, ma anche per coinvolgere il capitale
umano negli indispensabili processi di innovazione, che sono i soli a mantenere competitivi i paesi ad economia avanzata.

Il progressivo affermarsi di una contrattazione di secondo livello, volta a integrare i trattamenti economici e normativi stabiliti con i contratti nazionali, ha posto in evidenza una ritrovata diffusa presenza di relazioni contrattuali che costituiscono una ulteriore presenza dei corpi intermedi nella società italiana. Se non si è rappresentativi (imprese e lavoratori) evidentemente non si può contrattare. Se non si è radicati nel sociale è difficile potersi accordare su tematiche che riguardano il quadro di vita complessivo dei lavoratori e delle loro famiglie.

Il Rapporto “La contrattazione collettiva di secondo livello nel Lazio”, realizzato da RUR per il CRU Unipol Lazio analizza, a partire dai dati resi disponibili dal Ministero del Lavoro e da un’indagine di campo su un campione di forze sociali coinvolte nella contrattazione, un fenomeno sempre più rilevante, che riguarda anche la vitalità dimostrata da strutture di rappresentanza sindacale e datoriale nel trovare una mediazione e viluppare una collaborazione.

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