“Controproducente”. È così che, in sintesi, definisce l’ipotesi di prolungare lo stato di emergenza Covid uno che se ne intende di opinione pubblica e psicologia di massa come Giuseppe Roma. Per anni direttore del Censis, il sociologo oggi guida l’associazione Rete urbana delle rappresentanze (Centro di ricerca economico-territoriale).
Perché non vede di buon occhio la proroga?
“Perché uno stato emergenziale duraturo non ci aiuta a ritrovare la normalità di cui abbiamo bisogno, anche se capisco che sia un provvedimento di carattere prudenziale”.
Che cosa teme?
“Che si spari con un cannone su un moscerino: se tutto diventa straordinario, sociologicamente subiamo uno stress negativo. Naturalmente, dipende da come si svilupperà la pandemia ma io preferirei che si ritornasse alla ordinarietà per gestire le difficoltà che abbiamo di fronte. Pensare di vivere ancora in emergenza indurrebbe gli italiani in condizioni di non tranquillità mentre il Paese ha bisogno di serenità per rimettersi in moto. Inutile dire ’dobbiamo fare come nel dopoguerra’ se poi si costringe la gente a convivere con la psicosi del blocco”.