Superbonus 110% a ostacoli

di Giuseppe Roma.

Sembra facile rilanciare l’economia suscitando una domanda d’interventi nell’edilizia residenziale, quando all’abbondanza di risorse e d’incentivi corrispondono le necessarie cautele, gli indispensabili controlli, le insostituibili verifiche, le opportune asseverazioni, la completa documentazione e la dimostrata efficacia del progetto. E’ vero che per l’efficientamento energetico degli edifici i soldi li mette lo Stato con ben il 110% dell’investimento previsto, ma la fatica dei proprietari per beneficiarne sembra più una punizione che un razionale sistema di controllo. La logica dei bonus risente dell’impostazione del precedente governo. Ne furono pensati tanti: biciclette, monopattini, vacanze e pure per l’edilizia. Una scelta apparentemente più rapida, in quanto diffusa e affidata all’iniziativa dei milioni di proprietari, che tuttavia ha bisogno di qualche opportuno aggiustamento per sortire gli effetti desiderati. Il provvedimento va ulteriormente prorogato perché la sua durata, pur spostata in avanti al 30 giugno 2022 (e di eventuali altri sei mesi in particolari condizioni) con il decreto n°59 del 9 maggio scorso, risulta insufficiente. La legge è stata approvata il 17 luglio 2020, i decreti attuativi nell’ottobre scorso, poi sono venute le circolari, i chiarimenti, le precisazioni.

In pratica, il provvedimento è diventato pienamente definito da pochi mesi, e anche la recentissima dilazione delle scadenze concede un tempo troppo limitato per progettare, autorizzare e avviare interventi complessi, specie quelli che interessano di più, su edifici multipiano e di dimensioni medio-grandi. Per quanto si possano velocizzare le operazioni tecniche, resta l’incognita delle autorizzazioni che non dipendono dai professionisti ma da uffici pubblici di notoria lentezza. Specie per gli interventi “trainati”, quelli relativi alle singole abitazioni, la verifica di regolarità potrebbe essere molto problematica. I condomini sono pieni di pecche accumulate nel tempo che devono essere legalizzate per poter staccare il biglietto della lotteria del super bonus 110%. Non a caso, degli 11mila interventi autorizzati al marzo scorso, il 91% era costituito da abitazioni unifamiliari o appartamenti singoli. Per i condomini ci vuole più tempo. E perché questa operazione abbia effetti anche sulla riduzione dei gas serra è indispensabile la trasformazione di grandi edifici. Prorogando al 2023 renderemo possibile una seria valutazione del provvedimento. Magari per concludere che invece di rimettere le mani sull’esistente quando è di bassa qualità, conviene rottamare. Per l’ambiente e per l’economia.

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