Rischiare la pelle in città

di Giuseppe Roma

Il pro-rettore del Politecnico di Milano (sede di Mantova) è stato gravemente ferito su un passaggio pedonale lungo le rive del lago di Garda. Un ennesimo episodio in quella sequela di tragici incidenti, molti dei quali mortali, che hanno coinvolto oltre che ciclisti e scooteristi, anche pedoni tranquillamente a passeggio sul marciapiede o mentre attraversavano la strada sulle strisce. Come non ricordare il grande linguista Luca Serianni o il giovane Francesco Valdiserri, insieme a tati altri caduti vittime soprattutto nella viabilità urbana. La conta dei morti per incidenti stradali nei grandi paesi europei vede l’Italia (dati 2022) con 3.189 allo stesso livello della Francia che ne ha registrato 3.260. Migliori risultati registra la Germania che con 48,5 milioni di autovetture circolanti (in Italia ce ne sono 39,8 milioni) ha registrato 2.776 morti. Il dato più inquietante rispetto agli altri paesi, tuttavia, è la quota di morti per incidenti all’interno delle aree urbane che in Italia e’ il 44% del totale, rispetto al 27,2% della Spagna, il 29,1% della Germania e il 32,6% della Francia. La domanda che viene spontanea è come mai questo fenomeno non desta un allarme sociale tale da spingere le autorità locali ad agire in modo incisivo su un problema che potenzialmente mette a rischio la vita di ciascuno di noi. Vediamo per strada l’esercito a presidiare i punti nevralgici delle città contro i pericoli della criminalità, eppure gli omicidi lo scorso anno sono stati 314, meno del 10% delle vittime della strada.

Le soluzioni non sono semplici, perché il traffico urbano è il risultato dei comportamenti di una moltitudine di persone ed è condizionato dall’elevatissima densità di auto nel nostro paese. Ridurre la congestione, spesso causa di indisciplina e aggressività, è possibile con una massiccia offerta di trasporto pubblico. Ma non possiamo attendere i tempi di realizzazione delle infrastrutture necessarie. E’ indispensabile agire in tempi strettissimi mettendo mano alla viabilità e alla segnaletica, cercando di “costringere” l’automobilista alla prudenza. Un fattore di rischio nelle strade urbane è la velocità e, per farne rispettare i limiti, in molte città europee sono risultate efficaci telecamere e autovelox. Per salvaguardare i passaggi pedonali, inoltre, viene utilizzato il sistema dei dossi che costringono le auto a ridurre la velocità. Sono misure da affidare ai municipi delle grandi città, visto che ministri i super sindaci amano il riverbero mediatico dei provvedimenti tanto roboanti quanto infruttuosi, mentre qui si tratta di lavorare di gomito con azioni pratiche cui sembrano refrattari i pubblici poteri. E noi continuiamo a rischiare la pelle.

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