Rappresentati anche se non governati. E’ questo che voglio i cittadini?

di Giuseppe Roma.

Al di là degli esiti, ascoltare le arringhe dei principi del foro che hanno perorato, in modo talvolta prolisso, le ragioni di illegittimità della legge elettorale presso la Corte Costituzionale, rende evidente come, per una parte significativa della nostra classe dirigente, la politica sia un fine e non uno strumento per perseguire il bene comune. Il nucleo forte delle argomentazioni ha, infatti, riguardato la superiorità del principio di rappresentanza rispetto a quello della governabilità. Certo esiste un distacco fra opinione pubblica e istituzioni, che solo in parte può essere attribuito alla meccanica del voto. Gli avvocati anti-Italicum – rappresentanti di una significativa frazione del potere nazionale – hanno ricordato che quando c’era il proporzionale, l’instabilità di governo non ha impedito la crescita del paese.
Ma oggi è completamente cambiato il contesto, non c’è più nulla di comparabile con quella irripetibile stagione.La rappresentanza politica è iper-frammentata, piena di movimenti e non di partiti di cui è possibile identificare ispirazione ideale e obiettivi. E poi, i processi sociali ed economici richiedono risposte rapide.I decisori devono poter agire nel rispetto delle regole e essere sottoposti al controllo dei risultati.Mentre da noi imbrigliamo gli interventi in un ginepraio di norme per rappresentare anche minuti interessi, senza mai verificarne ex post gli esiti. In fin dei conti viviamo pericolosamente la rappresentanza come “narrazione” di cosa si dovrebbe fare piuttosto che come forza di spinta verso l’”azione” per risolvere le grandi questioni nazionali. Certo governabilità non vuol dire legiferare con voti di fiducia a raffica. Né agire con rapidità significa bruciare le tappe, approvando una legge elettorale prima della ratifica dei cambiamenti costituzionali. Ma, oggi, anteporre un principio all’altro, derubricando la capacità di governare quasi fosse un’opzione irrilevante, non aiuta a salvare gl’indeboliti meccanismi democratici né fa sentire i cittadini al centro della dialettica politica

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