Rapporto RUR – Cittaslow “Slow life, slow city”

Realizzato da Rur per Cittaslow, il Rapporto “Slow life, slow city” scatta una fotografia inedita e ricca delle caratteristiche dei piccoli centri urbani. Sono ormai passati diversi decenni da quando small era beautiful. Con la globalizzazione dei mercati, la piccola dimensione diventa uno svantaggio per un’azienda che non ha risorse sufficienti per essere presente nel mercato internazionale e investire in innovazione. Non altrettanto si può dire della dimensione territoriale in quanto entrano in gioco fattori più complessi, specie quelli più importanti per determinare il grado di soddisfazione dei cittadini. Sempre più centrale è la sostenibilità sociale e ambientale dello sviluppo, qualcosa che ha a che vedere con la struttura insediativa e delle relazioni umane. La metropoli resta un polo di grande attrazione, dove le opportunità si mescolano con le dinamiche creative e la varietà di eventi, dove conoscenze e risorse finanziarie rappresentano vantaggi competitivi difficili da riprodurre altrove. Ma la grande città sta anche accumulando disagi, paure, diseguaglianze, è l’origine di inquinamento e di un consumo eccessivo di risorse primarie.
L’attuale tendenza è alla concentrazione, all’abbandono delle aree povere con flussi migratori mai registrati in precedenza. Anche per questo le aree metropolitane devono reinventare modelli insediativi più equilibrati, in grado di tutelare i vantaggi e ridurre i crescenti svantaggi che si producono con la congestione e l’iper-urbanizzazione. L’Italia deve pensare a una rigenerazione delle sue maxopoli come Roma, Napoli, Milano e può utilmente trarre elementi di orientamento dal modello delle piccole e medie città che, per molti versi, almeno sul piano della qualità della vita, sembrano mantenere uno standard di alto livello.

Rapporto Slow life, slow city

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