Piano integrato delle manutenzioni … per evitare il collasso infrastrutturale

di Giuseppe Roma.

Frane, alluvioni, strade interrotte, sono eventi che in questi giorni hanno colpito l’alessandrino e il Piemonte producendo disagi destinati a perdurare. Può, infatti, succedere che Comuni restino isolati a lungo, e che ponti crollati non per cause metereologiche ma per incuria, rimangano inagibili per anni. Ora, poi, sono i grandi itinerari nazionali a rischiare il collasso in punti nevralgici, spezzando l’Italia e riducendo la sua rete stradale a una serie di tronconi incomunicabili. La traumatica rottura del ponte Morandi a Genova ha reso evidente la fragilità dei collegamenti autostradali verso l’Europa occidentale, condizionati da un collo di bottiglia in piena città. Ma è bastata la chiusura ai mezzi pesanti del Viadotto del Cerrano fra Pescara e Atri sull’autostrada adriatica per creare un’altra strozzatura lungo una delle principali direttrici italiane di collegamento fra Nord e Sud. Per un altro viadotto a rischio, infine, anche l’autostrada Palermo-Catania è soggetta a deviazioni e rallentamenti. Strade e autostrade devono far fronte a un rilevante volume di traffico merci che raggiunge da noi una quota dell’86,4% sul totale dei flussi annui, contro il 73,4% della Germania, altra grande economia industriale europea.

Inoltre, nell’ultimo quinquennio, in autostrada il traffico pesante è cresciuto del 12,4% e del 7,4% quello di auto e veicoli leggeri. Rispetto al 2014, nel 2018 circolano sulle autostrade 18 milioni di veicoli/Km al giorno in più. Soluzioni strutturali sono auspicabili soprattutto nel segno della sostenibilità, tuttavia è indispensabile mantenere in efficienza questo sistema arterioso indispensabile per l’Italia. In manutenzioni autostradali si spendono circa 700 milioni annui, ma meno di un quarto riguardano gli elementi strutturali (opere d’arte 14%, gallerie 1%, altri elementi strutturali 8%), che con l’invecchiamento della rete dovrebbero, invece, essere maggiormente considerati. Un’attenzione che vale anche per la rete stradale maggiore gestita dall’Anas, e la miriade di strade regionali, provinciali e locali. E’ ormai urgente che si passi dalle grida allarmate a un razionale programma straordinario integrato di verifiche e azioni manutentive, mobilitando professionisti, facoltà d’ingegneria e giovani qualificati. Almeno per dare soluzione a un problema delimitato e concreto usiamo meno la burocrazia e più le energie vitali del paese.

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