La società degli “arraffoni” deprime la convivenza civile

di Giuseppe Roma.

I comportamenti sociali diffusi e le malefatte della casta non sempre marcano una netta differenza, e tuttavia non mancano movimenti e forze politiche che si appellano al popolo rivendicando un ruolo di governo in nome di un’incontaminata società civile. Ma purtroppo, in maniera ricorrente, veniamo sopresi da fatti di cronaca che contraddicono platealmente simili teorie. Borderline sono quei docenti universitari, un tempo rispettata elite oggi intellettuali-massa, che interpretano il ruolo pubblico come strumento per accrescere la loro competitività professionale nel mercato privato. All’uopo si ingegnano di cooptare giovani collaboratori cui elargire titoli di baronetto, naturalmente universitario, in barba al merito e alla decenza. Un circolo vizioso così pervasivo che, pur essendo noto da tempo, non si riesce a spezzare.
Alla cosiddetta società civile appartengono milioni di proprietari di seconde case, Ma se capita un disastro, un terremoto la speranza di lucrare qualche sussidio li trasforma in approfittatori. E la possibilità di un pur misero sussidio-casa suscita un improvviso richiamo di spostarsi a vivere nel borgo natio. Come è successo ad Amatrice dove l’iscrizione di 120 nuovi nuclei familiari (il 10% in più dell’esistente) non ha dato nell’occhio all’Ufficio Anagrafe. Evidentemente il sindaco Sergio Pirozzi era alla ricerca di quei 33 milioni di euro donati, tramite sms, con grande spirito di solidarietà da un’altra parte di società civile, quella che alla collettività è abituata a dare e spesso rabbrividisce nel constatare che c’è né un’altra abituata solo a prendere, anzi ad arraffare.

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