Emergenza idrica e siccità, una crisi annunciata

di Giuseppe Roma.

Il governo meritoriamente si mobilita per l’ennesima emergenza in quanto l’Italia rischia di rimanere a secco, non solo di gas, ma anche di acqua. Speriamo che non lo chiamino “decreto per l’improvvisa insorgenza di fenomeni siccitosi”, perché le disponibilità idriche rispondono a fenomeni sistemici da gestire nel tempo. Diamo la colpa alle basse precipitazioni che hanno caratterizzato questi ultimi mesi, e naturalmente la scarsa piovosità è parte del problema. Ma basta essere un frequentatore delle nostre montagne per aver constatato di persona come siano spariti, in pochi anni, interi ghiacciai che alimentavano i nostri fiumi. Quindi, l’attuale situazione critica è provocata dai cambiamenti climatici, ma non possiamo fermarci qui e rinviare tutto ai prossimi decenni, se riusciremo a contenere il riscaldamento globale.

L’Italia è uno dei paesi più ricchi di acqua del mondo, e forse per questo non ci siamo mai veramente preoccupati di custodire e non sprecare questa preziosa risorsa naturale il cui uso è prevalentemente produttivo. Infatti, l’acqua è utilizzata per il 53% in agricoltura, per il 21% nell’industria e per il 5% nel settore energetico. Il restante 21% va agli usi civili, cioè nelle nostre case. Una risorsa abbondante, soprattutto nel Nord Italia, che costa relativamente poco (in media 27 euro/mese per una famiglia di 3 persone) che in parte sprechiamo, visto che il consumo per abitante è doppio di quello medio europeo (220 litri giorno contro 125 nell’Ue). Sarebbe ora di lanciare il risparmio idrico, in parallelo a quello energetico, in tutti i settori.

Per non restare a secco, bisogna poi gestire adeguatamente tutte le fasi del sistema idrico. Intanto, un terzo dell’acqua immessa negli acquedotti non arriva all’utente ufficiale, si perde per cattivo stato delle reti, ma anche per captazioni abusive non controllate. Poi è indispensabile stoccarla e usare le tecnologie per usarla in modo corretto. Infine, siamo indietro nell’economia del riciclo idrico, per depurare le acque reflue rendendole adeguate per usi produttivi. In questo campo abbiamo ben quattro procedure di infrazione per violazione ai regolamenti comunitari sulla depurazione, che riguardano una popolazione equivalente di 29 milioni d’italiani. L’emergenza acqua necessita di un’adeguata regia nazionale per governare un sistema di operatori ancora troppo frammentato fra società in house, operatori in economia e ben 1900 gestioni dirette degli enti locali. Ma forse sceglieremo come al solito di mettere la solita toppa e continuare a sprecare.

Condividi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *