A caccia di figli …nel Paese più longevo

di Giuseppe Roma

Le famiglie borghesi nell’Italia del dopoguerra individuavano in tre il numero perfetto di figli, in
quanto garantiva, con un adeguato ricambio generazionale, la crescita della popolazione. Dopo
il boom economico e la rivoluzione comportamentale degli anni ’70 si scese a due, teorizzando
i limiti dello sviluppo e l’opportunità della crescita zero. Da allora tutto è cambiato. La famiglia
fatta di genitori e figli è divenuto un format minoritario, tanto rilevante è l’incidenza dei piccoli
nuclei di una o due persone, di anziani o di singles, precari nel lavoro e negli affetti.
Non stupisce, quindi, che, tirando le somme, l’Eurostat abbia rilasciato dati allarmanti
riguardanti la struttura demografica dell’Unione Europea e cioè che per la prima volta dopo
decenni ai 5.227 mila decessi si siano contrapposti, nel 2015, 5.091mila nascite. Un fenomeno
ben più grave in Italia e Germania, dove questo avviene da anni e un saldo naturale (nati meno
morti) negativo viene compensato con flussi migratori (immigrati meno emigrati) positivi. Cosa
si nasconde dietro un tale fenomeno, e riusciremo ancora a compensarlo con le migrazioni?
L’impoverimento demografico deriva essenzialmente dal simultaneo manifestarsi di una bassa
natalità e una pronunciata longevità. Con 8 nati ogni 1.000 residenti siamo, infatti, il paese
europeo che registra i valori più bassi. La Germania ne ha 9, Francia Svezia e Regno Unito (ma
disunito dalla UE) ne hanno 12, Irlanda 14,2 nati ogni 1.000 residenti. Ma il bilancio negativo
deriva anche dall’alta incidenza di popolazione anziana: gli over 65 anni sono il 21,7% in Italia,
il 21,1% in Germania e solo il 13% in Irlanda. Una popolazione più giovane fa più figli, mentre
l’elevato invecchiamento incide sui decessi.

Resta da chiedersi se la compensazione migratoria, al di là di ogni considerazione politica,
riuscirà anche in futuro a riequilibrare una situazione socialmente ed economicamente poco
sostenibile. Si sente talvolta la frase “gli immigrai ci pagheranno le pensioni”. Non è esatta,
perché questo avvenga qualcuno dovrà pagare uno stipendio a questi nuovi italiani e se il
nostro sistema produttivo non riprende dinamicità, questo sarà molto difficile. Persino la
nostra tranquillità demografica, dipende molto più dallo sviluppo e dalle politiche sociali, che
dalle guerre ideologiche

Giuseppe Roma

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