Settant’anni di Repubblica non sono poi tanti. Anche nel ciclo di vita degli umani si rientra ancora nella categoria dei “tardo-adulti”. La vecchiaia inizia a 75 anni. Nell’Unione Europea quella repubblicana è di gran lungo la forma statuale prevalente, l’adottano 21 paesi su 28. , anche se molte e differenti sono le storie di ciascuno stato. Alla democrazia repubblicana sono giunti più recentemente sistemi politici che a lungo non hanno goduto dei basilari diritti di libertà. Le due più grandi repubbliche europee –Francia e Germania – hanno sì totalizzato un numero di anni superiore ai nostri ma sommando diversi cicli storici.
La durata complessiva delle cinque repubbliche francesi è pari a 156 anni ma con forti discontinuità. Quella giacobina durò 12 anni (1792-1804), quella Bonapartista appena 4 (1848-1852), poi venne la terza repubblica, seguita alla sconfitta di Sedan, che ha resistito per 70 anni (1870 -1940), giusto il periodo che festeggiamo noi italiani quest’anno. Poi, nel dopoguerra, la repubblica bicamerale coprì lo spazio di appena 12 anni (1946 -1958). A essa mise fine il generale De Gaulle fondando la V Repubblica Francese nel 1958. Leggermente più lunga della nostra è la storia repubblicana tedesca, ma certamente molto più sofferta. La debole Repubblica di Weimar durò 14 anni (1919 -1933), infrangendosi sulla presa di potere del nazismo. Poi le due repubbliche tedesche del dopoguerra (federale e democratica) totalizzarono ben 41 anni di vita da separati in casa (1949 -1990). Con i 26 anni di riunificazione per la Germania la somma dei periodi di repubblica è pari a 81 anni.
Noi ci riteniamo spesso politicamente fragili, in quanto i meccanismi democratici sembrano non aver operato in profondità. Forse dovremmo ricrederci perché il nostro impianto istituzionale ha dimostrato una lunga resistenza. Ma neanche scandalizzarci se dopo un settantennio sia opportuno registrare la macchina costituzionale, adeguandola ai tempi. E’ vero che la Confederazione Elvetica funziona sulla base degli stessi principi dal 1291, ma sono pochi, ricchi e svizzeri.
Giuseppe Roma