Attacco alle città da terrorismo e pandemia

di Giuseppe Roma.

Un ennesimo attacco terroristico ha colpito Vienna, in piena pandemia. Altri morti come in passato a Parigi, Madrid, Londra e un nuovo allarme di violenze, mentre l’Oms sottolinea che le città sono spesso epicentro del contagio. Se aggiungiamo le proteste di piazza, dovremmo tirare le somme e dichiarare uno stato di crisi per il modello urbano. E, tuttavia, mai come in questo momento, per uscire dall’emergenza economica da Covid-19, è indispensabile suscitare la reazione delle aree urbane, obiettivo per cui non sembra esserci sufficiente consapevolezza.

Mentre ci appassionano la sorte di movide giovanili, ristoranti, passeggiate degli anziani o salutiste attività di wellness, percepiamo appena la dimensione della crisi che sta per rovinare sulle città, di cui ha dato conto nei giorni scorsi Un-Habitat nel World City Day. L’80% del Pil mondiale si produce nelle aree urbane e per questo, in tutto il mondo, la recessione dovuta a pandemia, restrizioni, lockdown e blocco del turismo, colpisce soprattutto i residenti urbani. L’Onu stima che 71 milioni di persone ricadranno a breve in una condizione di estrema povertà, cosa che non succedeva dal 1998. Inoltre, cresceranno ulteriormente i fenomeni migratori, che già oggi interessano 1 abitante della terra ogni 7, con 763 milioni di migranti interni e 272 milioni internazionali.

A essere più colpiti sono già oggi gli occupati nell’economia informale e nei servizi gestiti da microimprese, particolarmente presenti nelle realtà metropolitane, dove costituiscono l’altra faccia rispetto ai comparti avanzati. La crisi economica si tramuterà in una perdita di base fiscale per le istituzioni territoriali stimata fra il 15 e il 25%, con conseguente peggioramento di trasporti e welfare locale. Un tale scenario, tratteggiato da Un-Habitat, ha elementi di forte realismo, anche se è contraddetto da realtà metropolitane, seppur lontane dall’Europa, che stanno dimostrando una grande tenuta.

La migliore gestione della pandemia è avvenuta in metropoli come Tokyo (attualmente la più popolosa del mondo), Seoul o Singapore. Le città restano poderosi acceleratori dello sviluppo, riusciremo a ripartire solo grazie a un significativo investimento per rafforzarle. In Italia abbiamo la fortuna di averne diverse eleggibili a un grande ruolo internazionale a partire da Roma, al triangolo Milano, Bologna, Metropoli veneta, a Napoli e altre. Non dovrebbe mancare, mentre si lotta contro il Covid-19, chi pensa a una nuova strategia urbana per l’Italia. Perché ormai lo sviluppo dipende grandemente da come le persone vivono la città.

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