E’ passata sotto silenzio la Giornata europea della privacy, ma quanto si è discusso nelle sedi istituzionali merita alcune riflessioni. I più recenti attacchi terroristici hanno provocato maggiore controllo di comunicazioni e dati personali. Intervenire su libertà e diritti implica, naturalmente, una valutazione del necessario equilibrio fra tutela ed esercizio della democrazia.
La democrazia si presenta, oggi, come modello istituzionale più ”resiliente”, flessibile e adattivo, ma non necessariamente più efficace. Di fronte alla complessità di questi cambiamenti, metal detector, video sorveglianza, intercettazioni telefoniche e telematiche, etc. vanno utilizzati con estrema cautela, ma non sembra possano rappresentare un pericolo mortale della democrazia. Sempre che il potere accetti la trasparenza delle sue azioni e la politica non cavalchi la paura a fini di consenso. In Europa la restrizione dei diritti fondamentali e delle libertà per combattere terrorismo e crimine organizzato trova il consenso solo del 15% dei cittadini, cui si può aggiungere un ulteriore 40% di intervistati che accettano tali limitazioni nelle circostanze più gravi. L’Italia si colloca nella media europea e il giudizio non è variato negli ultimi anni (fra 2011 e 2015). Un atteggiamento che deriva anche da una certa tenuta del generale senso di sicurezza. Chi si dichiara decisamente impaurito (circa un quinto degli europei) ha però una caratterizzazione molto definita: famiglie in difficoltà economica non in grado di far fronte alle spese fisse, divorziati e separati, soprattutto chi non accede a internet e ha un basso livello d’istruzione. Quindi, la rete è decisiva, ma mostra tutte le sue contraddizioni. Difendiamo la nostra sfera personale soprattutto riguardo al potere istituzionale, e giustamente. Ma poi decidiamo di esporre i fatti e le immagini della nostra vita, far corre i nostri sintetici pensieri sui social network. E forse non ci accorgiamo che una nuova e pericolosissima forma di inquinamento sta rapidamente avanzando. Quella che cattura i nostri gusti, le nostre spese, la nostra posizione per convincere a spendere, a investire o a viaggiare secondo i desiderata del mercato. Una più penetrante forma di persuasione occulta.
Giuseppe Roma