Cittadini digitali

Gli Italiani, Internet e i nuovi servizi

Gli utenti di Internet sono in crescita, in Italia, ma l’uso delle nuove tecnologie rimane nel complesso piuttosto basso. Ciò contribuisce a rallentare il processo di rinnovamento della pubblica amministrazione attraverso le pratiche di e-government.

 

di Gianni Dominici

 

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Il processo di modernizzazione delle pubbliche amministrazioni è oramai avviato e gli italiani dimostrano di apprezzare i cambiamenti. La tradizionale sfiducia nei confronti del pubblico si sta progressivamente sostituendo con un nuovo rapporto nei confronti della pubblica amministrazione: il 36% degli intervistati ne ritiene migliorato il funzionamento negli ultimi due anni, il 37% lo valuta invariato e 25% peggiorato. I giudizi positivi arrivano al 47% se ad esprimersi sono gli intervistati con un titolo di studio elevato, e cioè coloro che dispongono di maggiori opportunità per accedere ai nuovi servizi offerti dalla PA. La tecnologia, infatti, ed Internet in particolare, è uno degli strumenti chiave per migliorare la qualità dei servizi offerti secondo l’89% dei cittadini intervistati.

D’altronde, gran parte delle iniziative innovative, sia sperimentali che già implementate, sono oramai conosciute da gran parte dei cittadini: il 65% è a conoscenza della carta di identità elettronica mentre il 52% conosce le reti civiche o i portali comunali.

La fiducia nei confronti di Internet quindi cresce, così come la percentuale degli utenti: erano il 21,3% della popolazione nel 2000, sono il 32,1% oggi. Se erano 9,4 milioni nel 2000 sono oggi 14 milioni gli utenti tra la popolazione adulta (oltre i 18 anni).

La dinamica positiva è rafforzata da segnali di riduzione dei pericoli di esclusione. Si riduce, infatti, drasticamente la quota di coloro che fino a qualche anno fa erano completamente esclusi da Internet, perché non sapevano cosa fosse e che servizi offrisse, passando dal 12% al 4% della popolazione. Così come la crescita è stata avvertita soprattutto al Sud dove gli utenti passano dal 14,9% al 29,1%, riequilibrando una situazione iniziale di ritardo rispetto al resto di Italia. Gli utenti a Sud sono quindi presenti e in aumento, lo stesso non si può dire per l’offerta di servizi, che è invece nettamente inferiore rispetto a Nord e Centro Italia.

Tuttavia circa il 68% degli italiani ancora non accede ad Internet. Il tema dell’accesso è di grande importanza se attraverso l’e-government le pubbliche amministrazioni si propongono di erogare servizi on line ai cittadini. Allo stesso modo, è importante valutare quali siano i reali interessi e le predisposizioni del cittadino verso l’erogazione dei servizi e valutare le necessità di specifici gruppi di utenti: in primo luogo gli anziani, i disabili, gli stranieri.

Ma per capire i dati sull’accesso ai servizi on line bisogna prendere in considerazione i consumi di tecnologia più in generale e la propensione ad utilizzare strumenti e soluzioni che si discostano dalle abitudini consolidate.

In merito al personal computer: il 36% degli intervistati lo possiede in casa e lo usa abitualmente, il 15% ne può disporre in casa ma non lo usa personalmente, mentre il 49% non ne può disporre tra le mura domestiche. Se il personal computer è la porta fisica per accedere ai servizi on line, il “denaro di plastica”, e cioè le carte di debito e di credito, sono il presupposto per accedere ai servizi avanzati a pagamento. Bene, in questo caso, gli italiani si dimostrano ancora più tradizionalisti e prudenti: il 46% degli intervistati non dispone di un bancomat mentre ben il 64% non dispone di una carta di credito.

D’altronde il 59% degli intervistati preferisce pagare le utenze domestiche utilizzando gli appositi bollettini di conto corrente e, quindi, recandosi periodicamente agli sportelli; il 40% ha scelto la più comoda soluzione della domiciliazione bancaria, lo 0,3% si avventura ricorrendo ai nuovi servizi telefonici o su computer.

Se si confrontano tali dati con quelli relativi alla ancora esigua consistenza dei servizi on line offerti dalla pubblica amministrazione, appare evidente come la fruizione on line dei servizi e delle informazioni della pubblica amministrazione sia un traguardo ancora da raggiungere per gran parte degli italiani. Il processo di modernizzazione della pubblica amministrazione è avviato e visibile ma presuppone anche il sostegno a politiche in grado di indurre un cambiamento nella cultura e nelle abitudini sia interne agli enti sia tra la popolazione. Un cambiamento che richiede tempi lunghi, probabilmente più lunghi del previsto.

 

 

08 Maggio 2003

 

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Le reti locali

 

Logiche di relazione e logiche di servizio: la ricerca di un baricentro

 

I siti della pubblica amministrazione, nel corso degli anni, sono passati da una logica di relazione ad una logica di servizio; è opportuno, pertanto, ripercorrere le fasi di sviluppo di questo processo.

 

di Gianni Dominici

 

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Introducendo la settima versione di città digitali e presentandola al pubblico abbiamo messo in evidenza l’evoluzione non solo quantitativa del fenomeno ma anche quella strutturale e morfologica. L’interesse che hanno suscitato tali considerazioni ci spingono a riprodurle in questa rubrica così da favorire la discussione e il dibattito.

In questi anni, infatti, i siti internet territoriali hanno mutato forma e funzioni, così come anche struttura organizzativa e strumenti operativi. La telematica locale nasce in Italia intorno al fenomeno delle reti civiche per opera, più che dell’amministratore o del legislatore, di innovatori il cui impegno e la perseveranza erano più vicini alla militanza che all’impegno professionale. E’ quella che può essere considerata la prima fase, quella carismatica, della telematica locale. Intorno al sito della città digitale si condensavano le iniziative delle diverse soggettualità locali: l’istituzione locale, la camera di commercio e l’università.

La seconda fase è stata quella dell’istituzionalizzazione. Il sito internet diventa uno dei canali principali di comunicazione istituzionale di regioni, province e comuni. L’ente locale è il principale promotore delle iniziative di telematica locale tramite le quali si avvia un processo di modernizzazione e di innovazione del governo pubblico. In pochi anni si raggiungono le dimensioni attuali e si registra la presenza on line di gran parte dei principali enti locali italiani. Ma il processo è ancora in corso. L’anno appena concluso ha evidenziato una tendenza che molto probabilmente andrà a consolidarsi nei prossimi mesi, almeno tra le realtà più reattive ed organizzate.

La terza fase, quella della professionalizzazione dei servizi, sposta di nuovo il baricentro sulla cooperazione tra i diversi attori locali interessati a promuovere servizi avanzati alle famiglie e alle aziende. Se la funzione informativa dei siti della PA locale è oramai completa e matura, infatti, lo stesso non si può dire dell’erogazione dei servizi. Circa l’80% dei siti degli enti monitorati mette a disposizione on line informazioni sul vertice politico e amministrativo dell’ente, ma pochissimi sono in grado di fornire servizi on line anche solo di livello elementare. Progettare e realizzare soluzioni di commercio elettronico o di e-procurement presuppone ingenti investimenti ed il ricorso a risorse professionali non sempre facilmente reperibili. La soluzione sperimentata a Genova, ad esempio, con il portale Tu6Genova è frutto di una collaborazione tra il comune, AMGA (Azienda Mediterranea Gas e Acqua) e ASTER (Azienda Servizi sul Territorio), per realizzare, attraverso la cooperazione dei diversi soggetti territoriali, un unico punto di accesso ai servizi della città, fruibili facilmente rimanendo in casa.

Questa trasformazione funzionale dei siti della pubblica amministrazione ha portato anche ad un cambiamento delle finalità ultime delle iniziative di telematica locale. Si è perso, rispetto alle prime esperienze, la componente più conviviale che legava insieme non solo i diversi attori coinvolti ma anche i destinatari dell’iniziativa. La rete civica è stata un formidabile strumento di partecipazione alla vita e al governo cittadino così come anche il veicolo principale di coinvolgimento e di alfabetizzazione della popolazione coinvolta.

Il processo di istituzionalizzazione ha introdotto obiettivi e finalità diverse: offrire accesso universale alla PA attraverso nuovi strumenti, snellire le procedure interne, interconnettere le amministrazioni e i loro settori, semplificare e “personalizzare” le relazioni tra cittadino e PA. Le tecnologie telematiche sono diventate lo strumento alla base del processo di modernizzazione della pubblica amministrazione ed il veicolo di creazione e di diffusione dell’innovazione organizzativa e procedurale. Un processo che, secondo le intenzioni della maggior parte dei governi, dovrebbe far da volano alle dinamiche economiche più generali.

I prossimi mesi saranno cruciali per capire il destino e la centralità della telematica locale: attualmente le tre dimensioni, quella conviviale, quella istituzionale e quella di servizio, non sembrano in grado di convivere su iniziativa dello stesso soggetto, ma è inevitabile che siano espressione di iniziative ed esperienze diverse. Bisognerà capire se a conclusione del processo avviato la logica di servizio prevarrà completamente sulla logica di relazione o se verranno poste le condizioni, strutturali e legislative, in grado di favorire nuove esperienze di condensazione territoriale.

 

 

25 Marzo 2003

 

 

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Viaggio al centro della Rur

 

In occasione della presentazione del nuovo rapporto sulle città digitali in Italia, il sito della Rur si rinnova: un nuovo luogo di informazione, scambio e confronto per tutti coloro che si interessano alle opportunità di sviluppo e innovazione dei contesti locali

 

di Gianni Dominici

 

 

Ecco il nuovo sito della RUR. Come è nostra consuetudine il prodotto che presentiamo non è definitivo ma è da considerare la tappa di un processo di sperimentazione, di innovazione e di confronto sempre aperto.

L’associazione nasce nel 1989 su iniziativa di Giuseppe Roma, che coinvolge nel progetto il Censis e un gruppo di alcune tra le più importanti società italiane con l’obiettivo di promuovere iniziative, pubblicazioni e ricerche finalizzate a sostenere soluzioni innovative di gestione e di trasformazione del territorio. Prima, fra tutti, la pubblicazione Municipia con l’analisi puntuale e innovativa del sistema urbano italiano e l’individuazione della centralità delle piccole capitali italiane.

Esattamente 10 anni fa il primo incontro con la telematica urbana: nel 1993, con la ricerca C.A.P.A.CITIES (Consolidated Actions of Public Authorities for European cities in the new information society) cofinanziata dalla commissione europea e realizzata in partnership con le più avanzate società e istituti di ricerca europei. Internet, in modalità testo, era qualcosa che condividevamo solo con alcuni ambienti universitari; per comunicare con gli altri membri del team internazionale si usava (a pagamento con le carte di credito personali) la posta elettronica di Compuserve, per comunicare in Italia, invece, la BBS di Agorà telematica. La ricerca ebbe un enorme successo anche perché era tra le prime ad analizzare lo sviluppo della telematica da una prospettiva socioeconomica.

Proprio sulla base dell’accumulazione di questa indagine si decise di presentare un nuovo progetto alla commissione con le caratteristiche delle ricerca-azione: MUNICIPIA (Multilingual Urban Network for the Integration of City Planers and Involved local Actors) che aveva l’obiettivo non solo di esplorare l’allora nascente mondo della telematica locale ma di promuovere gli strumenti telematici, e il neonato World Wide Web, tra i decisori e gli attori locali. Il progetto viene finanziato e si realizza, tramite un sito internet multilingue, in contemporanea tra Francia, Germania, Svezia, Finlandia, Grecia, Portogallo. Da questa esperienza nasce poi Actores (un programma di formazione/informazione degli attori locali europei sui temi e gli strumenti dell’Information Society) e le altre, più recenti, iniziative.

Un ragionamento a parte lo merita Città Digitali. L’indagine nasce nel 1996 come iniziativa autonoma del gruppo di lavoro, interessato a capire le dimensioni quantitative del fenomeno reti civiche. Il primo rapporto viene presentato ad un convegno a Modena organizzato nell’ambito della ricerca Municipia. Il lavoro piace a Federico Barilli che, tramite l’Assinform, decide di cofinanziare l’iniziativa . Comincia così un percorso di lavoro che arriva fino ad oggi (con il recente coinvolgimento del Formez e del Dipartimento della Funzione Pubblica) e che ha portato ad un’osservazione costante e attenta del fenomeno della telematica urbana e all’elaborazione di una metodologia (il metodo ARPA) aperta e ripetibile.

Il nuovo sito si colloca proprio in questo contesto e ambisce a diventare un’occasione, per chi ci segue, non solo di informazione ma anche di confronto e di dibattito. Da qui, dunque, i nuovi strumenti di interazione on line e il nostro impegno ad alimentare e tenere vivo il dibattito.

 

 

20 Gennaio 2003

 

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