Oltre l’orgoglio, i danni di Macron l’africano

di Giuseppe Roma.

Con i francesi c’è uno storico rapporto di amore-odio,come succede fra parenti. Noi italiani, poi, siamo più facili agli entusiasmi che alle valutazioni razionali. Contenti per la vittoria di Macron in difesa della democrazia, non ne abbiamo valutato le conseguenze per i nostri interessi nazionali. Ci siamo limitati a cercare di individuare il Macron italiano, con non poca ironia sui tanti micron pretendenti leader. Invece, in poche settimane ci siamo trovati davanti a scelte che oggettivamente ci danneggiano. Macron l’Africano in Libia e’ una mina vagante, che non rassicura sulle prospettive concorrenziali per la nostra Eni che in quel territorio ha un posizionamento strategico. Le pretese sull’affare di mercato fra Fincantieri e Stx France non e’ solo un’ intromissione fuori tono rispetto alle politiche di liberalizzazioni, ma la prova di un perdurante nazionalismo che stona con la professata fede europeista. E poi procura un danno economico all’Italia. Il titolo Fincantieri ha perso dal 17 luglio il 12,5%.

Era da tempo che il cantiere della Tav andava avanti tranquillo. E’ bastato che la ministra dei trasporti francese Elisabeth Borne dichiarasse al sito ecologista Reporter.Net la decisione del Presidente di prendersi una pausa nella realizzazione della Torino-Lione, per scatenare i No Tav dopo due anni di tregua. Speriamo che l’incontro di domani con il ministro Delrio chiarisca le posizioni riguardo a un’opera decisa con trattato internazionale, votato dai due Parlamenti nazionali. A quando il prossimo danno?

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