L’insostituibile presenza degli stranieri, oltre la contabilità ragionieristica

di Giuseppe Roma.

I lavoratori di origine straniera sono indispensabili all’economia e alla società italiana. Diversi comparti del sistema produttivo ne hanno bisogno come forze di lavoro, e le nostre famiglie non reggerebbero senza il supporto di assistenza da essi prestato nelle nostre case. Il lavoro domestico impiega, in Italia, circa la metà dei 2,4 milioni di occupati stranieri, la cui quota sull’occupazione totale 2016 è pari al 10,7%, esattamente quanto in Germania e Spagna, nel Regno Unito sale all’11,2%, in Svizzera al 25,9% mentre in Francia – paese giovane e un po’ restrittivo – scende al 5,6% L’apporto dei nuovi italiani non solo è decisivo ma indubbiamente contribuisce a ringiovanire uno dei paesi più vecchi del mondo.

Fa un po’ impressione, tuttavia, ridurre questa fenomenologia – che ha una portata storica, è molto controversa presso le opinioni pubbliche europee ed è di drammatica attualità – a un puro calcolo ragionieristico. La ricorrente affermazione che “gli immigrati” ci pagano le pensioni appare un po’ forzata. Intanto, ingenera l’idea che il pagamento delle pensioni dipenda dal solo bilancio di cassa, non aiutando chi lavora oggi a preoccuparsi di come assicurarsi un reddito nella terza età. Inoltre, il versamento contributivo del lavoratore dipendente è una quota minoritaria essendo in gran parte a carico del datore di lavoro. Quindi, in effetti a pagare le pensioni è l’andamento del Pil.

Tranne per la pubblica amministrazione, dove stipendi e contributi spesso vengono pagati indipendentemente da quello che si produce, per assumere dipendenti nel privato (pagando stipendi e contributi) è necessario un buon andamento dell’economia. Infine, non è onesto un sistema previdenziale che incamera contributi non fornendo le relative prestazioni in quanto un immigrato lascia l’Italia o un iscritto alla gestione separata chiude la partita Iva prima di aver maturato una pensione. Quantomeno dovrebbero essere restituiti i versamenti effettuati. E’ contabilmente vero che immigrati pagano all’Inps più di quello che ricevono. Ma, diciamolo, non è una bella cosa, o quanto meno non è un argomento politicamente corretto per motivare la legittima presenza di 5 milioni di cittadini d’origine straniera.

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