E l’occupazione va

di Giuseppe Roma

L’occupazione continua a crescere, smentendo le catastrofiche profezie di chi vede un paese in ginocchio. Nei primi 4 mesi 2018 si sono registrati 154mila occupati in più, con un livello di partecipazione al lavoro di 23,2 milioni di persone, superiore ai livelli precrisi. Cresce il lavoro autonomo, segnale di una vitalità di sistema legata a nuove iniziative professionali o imprenditoriali; aumenta la partecipazione femminile e delle fasce d’età intermedie dei trenta/quarantenni, cioè quelle più produttive. Al tempo stesso, cresce pure la disoccupazione, sempre fra gennaio e aprile, di 65mila unità rasentando i 3 milioni di persone. Un problema grave, che però indica un passaggio dalla marginalità totale alla volontà nella ricerca attiva di un lavoro. Una maggiore reattività da parte di chi non ha lavoro dipende anche da una certa effervescenza dell’economia reale. Oltre i big data, alcuni indicatori congiunturali possono essere utili a farsi un’idea.

Sempre nei primi 4 mesi il traffico aeroportuale è cresciuto del 5,9%, segno che l’Italia attrae dall’estero persone e interessi soprattutto nei centri maggiori: Milano Malpensa ha movimentato 2 milioni di passeggeri con un +9%, Roma Fiumicino 3,7 milioni con un +5,9%, Bergamo 1,1 milioni con un +9,3%. Anche il traffico autostradale merci indica un significativo ampliamento della mobilità su gomma che, nei primi due mesi del 2018, segna un più 5,4% con punte del 7,6% sull’asse industriale Brescia-Padova.

Sempre più i fattori psicologici ed emotivi influenzano le scelte e i sentimenti della società digitale, e, come ha affermato il governatore Visco, possono determinare pure le scelte degli operatori finanziari globali. Gli avvenimenti di questi giorni rischiano di far sentire gli italiani smarriti e sorpresi, divisi sulle soluzioni da prospettare e persino sull’interpretazione dei fatti. Certo con i numeri non si supera il disagio, i timori e persino le sofferenze cui è sottoposta una parte della società, tuttavia è bene dare il giusto peso alla misurazione dei fenomeni. Magari può contribuire a raffreddare i toni fin troppo accesi di questa fase.

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